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Sono io una persona difficile o sono gli altri ?

Scritto da Monica Santos il .
Sono io una persona difficile o sono gli altri ?

Viviamo immersi nelle relazioni. Non siamo isole. Ogni giorno ci confrontiamo con amici, familiari, colleghi, partner. Le relazioni sono il filo invisibile che cuce la nostra esistenza. Non solo ci permettono di comunicare e ottenere ciò che desideriamo, ma hanno un impatto diretto sulla nostra salute mentale, fisica ed emotiva. Ecco perché vale la pena fermarsi a riflettere su una domanda scomoda, ma fondamentale: sono io una persona difficile?

Questa domanda non è una condanna. È un invito. Un’opportunità per guardarci allo specchio con sincerità e iniziare un percorso di consapevolezza. Esploreremo insieme quattro concetti chiave che spesso si intrecciano in modo confuso: assertività, aggressività, onestà e arroganza. E cercheremo di distinguere, capire, e soprattutto agire per migliorare.

Il potere invisibile delle relazioni

Tutti noi nasciamo, viviamo e moriamo in relazione con altri esseri umani. Le relazioni non sono un’opzione, ma un bisogno fondamentale. Gli psicologi lo chiamano “bisogno di appartenenza”. Quando ci sentiamo visti, ascoltati, rispettati, il nostro cervello rilascia dopamina e ossitocina, gli ormoni del benessere e della fiducia.

Numerosi studi dimostrano che la qualità delle relazioni è strettamente collegata alla felicità e alla salute. Le persone con legami profondi e significativi vivono più a lungo, si ammalano meno e gestiscono meglio lo stress.

Al contrario, la solitudine cronica può aumentare il rischio di depressione, ansia e perfino malattie cardiovascolari.

Domanda per te: Quante delle tue relazioni oggi ti nutrono davvero? E in quante, invece, senti di lottare, controllare o difenderti?

Essere difficili: una questione di percezione o di abitudini?

La parola “difficile” è ambigua. Una persona difficile non è quella che ha opinioni forti o bisogni chiari, ma quella che non sa comunicare questi aspetti in modo costruttivo. E spesso, dietro a questo, ci sono dinamiche profonde: insicurezze, paure, ferite.

Assertività: il linguaggio dell’equilibrio

Essere assertivi significa sapersi esprimere con rispetto per sé stessi e per gli altri. È la capacità di dire “no” senza sentirsi in colpa, di affermare un confine senza bisogno di attaccare o giustificarsi.

Assertività non è solo comunicazione: è una postura interiore. È la convinzione che i propri bisogni contano, ma non più di quelli altrui.

Allenamento alla assertività:

  • Usa il linguaggio “io”: “Io ho bisogno di…”, “Io penso che…”
  • Riconosci le emozioni prima di esprimerle: la rabbia maschera spesso delusione, dolore, paura.
  • Evita generalizzazioni come “tu fai sempre”, “tu non fai mai”. Portano solo alla difensiva.

Aggressività

L’aggressività non è solo urlare. A volte è sottile: sarcasmo, interruzioni continue, sguardi che giudicano, silenzi punitivi. È un modo di comunicare in cui uno vince e l’altro perde.

Chi adotta comportamenti aggressivi spesso ha imparato che per ottenere rispetto deve imporsi. Ma il rispetto imposto con la paura non dura. Distrugge la fiducia, la connessione e crea distanza.

Onestà: tra autenticità e responsabilità emotiva

Essere onesti non significa dire tutto ciò che si pensa. Significa scegliere le parole con cura, consapevoli del loro impatto. È possibile essere sinceri senza essere crudeli. L’onestà non deve diventare una scusa per la mancanza di empatia.

Domanda guida: La mia verità costruisce o distrugge?

Un feedback onesto può trasformare una relazione, se offerto con rispetto e ascolto. Ma un commento “sincero” buttato lì può creare ferite profonde.

Arroganza: quando la verità è solo la mia

L’arroganza è il contrario dell’ascolto. È la convinzione che la nostra visione sia l’unica valida. Può manifestarsi in modo esplicito (superiorità, sarcasmo) o sottile (disprezzo nascosto, chiusura mentale).

Chi si comporta in modo arrogante spesso nasconde insicurezze. Ha bisogno di sentirsi superiore per sentirsi al sicuro.

Domande per lavorarci:

  • Riesco ad accettare un feedback senza giustificarmi subito?
  • Quando parlo con chi la pensa diversamente, sono più interessato a capire o a convincere?

Relazioni come specchi: cosa ci restituiscono gli altri

Ogni relazione riflette qualcosa di noi: desideri, limiti, ferite, proiezioni. Quando ci accorgiamo di vivere conflitti ricorrenti, può essere utile domandarsi: qual è il mio ruolo in questa dinamica?

Non per colpevolizzarci, ma per riappropriarci del potere di cambiare.

Esercizio potente:

  • Scrivi 3 relazioni che ti risultano difficili.
  • Per ciascuna, chiediti: cosa sto cercando di ottenere? Quale mio bisogno è frustrato? Come lo sto esprimendo?

Non siamo isole. Siamo reti viventi di relazioni. E ogni giorno possiamo scegliere che tipo di presenza vogliamo essere per chi ci sta intorno.

Essere una persona difficile non è una condanna. È una fase, una dinamica, un punto di partenza. E può diventare il trampolino per una trasformazione profonda.

Perché in fondo, non c’è crescita personale senza crescita relazionale.

E se iniziassimo oggi?


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    Monica Santos Coach

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    Sono Monica Santos, mi occupo di life coaching, business coaching per aziende e formazione in intelligenza emotiva
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