Intelligenza Emotiva in Azienda

Le aziende che investono nello sviluppo dell’intelligenza emotiva diventano più competitive e produttive?Una cultura che promuove un maggiore benessere psicologico aumenterà la fidelizzazione dei talenti dell’azienda. Dovremmo investire un po’ di tempo per capire e gestire meglio le nostre emozioni, in modo da poterle usare a nostro vantaggio e non solo obbedire senza rendercene conto.
Cos’è l’intelligenza emotiva?
L’intelligenza emotiva può essere definita in vari modi, ma una delle definizioni più utilizzate è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni, nonché la capacità di riconoscere, comprendere e influenzare le emozioni delle altre persone.
L’intelligenza emotiva è più importante dell’intelligenza mentale? Perché?
Il concetto di “intelligenza” è stato studiato per molti decenni e diversi autori ne hanno dato varie definizioni. Non esiste un solo tipo di intelligenza né, a mio avviso, un’intelligenza migliore di un’altra. La nostra intelligenza “cognitiva”, tipicamente più legata alle operazioni logico-matematiche e alle abilità verbali e astratte, ha un peso molto importante in alcune aree della nostra vita. Tuttavia, l’intelligenza emotiva ha un’influenza molto forte e se è bassa, anche se abbiamo un’intelligenza “cognitiva” più sviluppata, saremo più facilmente bersaglio di dirottamenti emotivi, avremo più difficoltà ad affrontare le avversità e avremo scarsa capacità di creare e mantenere relazioni interpersonali. Quindi, per me non si tratta tanto di un confronto, perché la base di paragone non è la stessa, ma credo che l’intelligenza emotiva sia un fattore determinante per una vita più sana e soddisfacente.
Il “controllo” delle emozioni e dei sentimenti può portare al successo personale e professionale?
Le nostre emozioni hanno un impatto diretto sulla nostra percezione, sul processo decisionale e sui risultati che otteniamo nella vita quotidiana. Quindi sì, se siamo in grado di identificare e regolare i nostri stati emotivi in modo più vantaggioso e adattivo, avremo un vantaggio a livello personale e professionale. Ad esempio, gli psicologi dell’organizzazione Cary Cherniss e Robert Caplan hanno rivelato che l’insegnamento della consapevolezza emotiva ai consulenti finanziari di American Express Financial Advisors, che hanno imparato a identificare le proprie reazioni emotive in situazioni difficili e a diventare più consapevoli delle loro conversazioni interne improduttive, ha portato a un aumento del fatturato per consulente. La consapevolezza emotiva sviluppata ha permesso loro di utilizzare strategie per affrontare i problemi in modo più produttivo, aumentando l’efficacia del loro lavoro.
Le aziende e gli imprenditori conoscono il concetto di intelligenza emotiva?
Fortunatamente mi rendo conto che questo concetto sta assumendo un’importanza e una rilevanza sempre maggiore nella comunità imprenditoriale. Collaboro con aziende che stanno investendo sempre di più nella formazione su queste competenze e altre che già prevedono fasi di reclutamento per cercare di misurare le competenze socio-emotive dei loro candidati. Ma c’è ancora molto lavoro da fare, perché questo concetto sembra essere ancora in fase di scoperta per molte aziende e solo come forma di formazione complementare. In altre parole, poche aziende sono ancora consapevoli del potenziale di un investimento continuo nella formazione sull’intelligenza emotiva per i propri leader e dipendenti. Attualmente i programmi di formazione sono più che altro una tantum, spesso sotto forma di piccoli workshop.
L’intelligenza emotiva può contribuire ad aumentare la competitività delle PMI?
Sì, le aziende che investono nello sviluppo dell’intelligenza emotiva diventano più competitive e produttive. Esiste già una letteratura su questa relazione, che ha portato a una maggiore consapevolezza dell’importanza di sviluppare questo argomento. Ad esempio, nella Harvard Business Review è apparso per la prima volta il tema dell’“intelligenza emotiva collettiva”, che consiste nel modo in cui i membri dei team emotivamente intelligenti rispondono in modo costruttivo alle situazioni di disagio: si influenzano a vicenda in modo positivo, ottengono risultati migliori e provano maggiore soddisfazione nel lavorare insieme. I team che riescono a gestirsi in questo modo sono molto più produttivi di quelli che non ci riescono.
Una delle principali difficoltà delle aziende è quella di creare e trattenere i talenti. L’intelligenza emotiva può aiutare a migliorare questa situazione?
Se consideriamo alcuni dei motivi principali per cui le aziende perdono talenti, possiamo vedere il valore aggiunto dello sviluppo di una cultura emotiva intelligente. Molte aziende perdono dipendenti di talento a causa di una cattiva gestione delle aspettative, della mancanza di riconoscimento (non solo monetario, ma anche in termini di rispetto per il loro lavoro), di una scarsa visione del futuro, di una scarsa leadership, di un cattivo ambiente di lavoro e di ingiustizie quotidiane, tra le altre ragioni. Una cultura che promuove un maggiore benessere psicologico, in cui i dipendenti acquisiscono strumenti per gestire meglio lo stress e le avversità, in cui imparano l’impatto che il loro comportamento ha sugli altri, in cui si crea un buon ambiente di squadra e in cui le loro esigenze vengono prese in considerazione, aumenterà la fidelizzazione dei talenti dell’azienda.
Un grande pittore di nome Vincent van Gogh disse quanto segue: “Non dimentichiamo che le emozioni sono i grandi capitani della nostra vita, noi le obbediamo senza rendercene conto”. Nella vita di tutti i giorni, pensiamo che tutte le nostre decisioni siano prese sulla base della logica e del pensiero. Ma si tratta di un’idea sbagliata: siamo sempre influenzati dagli stimoli che ci circondano e dalle nostre emozioni. L’intelligenza emotiva può aiutarci a diventare più consapevoli dell’impatto delle emozioni sulla nostra percezione e quindi a prendere decisioni migliori per noi stessi e per gli altri. Il messaggio finale è che dovremmo investire un po’ di tempo per capire e gestire meglio le nostre emozioni, in modo da poterle usare a nostro vantaggio e non solo obbedire senza rendercene conto.
